Andiamo oggi a Forlì, la bella città
romagnola, per visitare un’importante mostra:
PIERO DELLA FRANCESCA - Indagine
su un mito presso il complesso di San Domenico.
Alcuni dipinti del grande pittore
toscano costituiscono il cuore dell'esposizione, ma accanto ad essi
troviamo in mostra opere dei più grandi artisti del Rinascimento che
consentono di definirne la formazione e il ruolo sulla pittura
successiva.
Per illustrare la cultura pittorica
fiorentina del Quattrocento, che vedono il pittore di Sansepolcro
muovere i primi passi in campo artistico, sono presenti opere di
grande prestigio di Domenico Veneziano, Beato
Angelico, Paolo Uccello e Andrea del Castagno.
Ma la mostra presenta anche i primi
riflessi della pittura fiamminga, da cogliere ad esempio negli
affreschi del portoghese Giovanni di Consalvo.
Gli spostamenti di Piero della
Francesca tra Modena, Bologna, Rimini, Ferrara e Ancona determinano
l’affermarsi di un suo stile nelle opere di artisti emiliani come
Marco Zoppo, Francesco del Cossa, Cristoforo da Lendinara, Bartolomeo
Bonascia.
Importanti sono i suoi influssi
nelle Marche su Giovanni Angelo d'Antonio da Camerino e Nicola di
Maestro Antonio; in Toscana, con Bartolomeo della Gatta e Luca
Signorelli; e a Roma, con Melozzo da Forlì e Antoniazzo
Romano.
Ma l'importanza del ruolo di Piero è
stata colta anche a Venezia, dove Giovanni Bellini e Antonello
da Messina mostrano di essere venuti a conoscenza del suo mondo
espressivo.
La mostra si apre con il confronto tra
la Madonna della Misericordia di Piero della
Francesca e la Silvana Cenni di Felice Casorati.
Contemporaneamente la sua opera è
tenuta come modello da pittori che ne apprezzano di volta in volta
l'astratto rigore formale e la norma geometrica, o l'incanto di una
pittura rarefatta e sospesa.
Grande è l’influenza dell’artista
nel Novecento, come è ben presentato, tra gli altri, dagli
italiani Guidi, Carrà, Donghi, De
Chirico, Casorati, Morandi, ma anche da stranieri
come Balthus e Hopper che hanno consegnato
l’eredità di Piero alla piena e universale modernità.
Per informazioni e prenotazioni sulla
mostra www.mostrapierodellafrancesca.com
Cosa possiamo vedere a Forlì dopo
la mostra?
A due passi dai Musei San
Domenico, Palazzo Romagnoli ospita le Collezioni civiche
del Novecento.
Sulla piazza principale della
città, intitolata ad Aurelio Saffi, l’Abbazia di San Mercuriale fu
stata edificata sui resti di una pieve del VI secolo intitolata a
Santo Stefano. Distrutta nel 1173 da un violento incendio venne
riedificata tra il 1176 e il 1181 in stile romanico-lombardo. Il
campanile di tipo lombardo (1180), si alza sulla destra per oltre 72
metri.
Il Duomo di Forlì sorge -
nella piazza omonima - sul luogo di un'antica pieve di origini
anteriori al XII secolo ma completamente ricostruito nel 1841.
In Piazza Melozzo degli Ambrogi
troviamo la Chiesa della Santissima Trinità che sorge sui
resti di un'antica chiesa risalente al IV-V secolo. La tradizione
vuole che fosse la prima cattedrale di Forlì.
Se ci allontaniamo un po’ dal centro
possiamo visitare la Rocca di Ravaldino che ha
rappresentato uno dei luoghi deputati alla difesa di Forlì per tutto
il Medioevo. Ristrutturata e dotata di cittadella nel 1472 per volere
di Pino III Ordelaffi e completata nel 1482, è stata recentemente
restaurata ed oggi è adibita a sede di mostre temporanee,
mentre il cortile ospita interessanti concerti.
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