Alberto Sordi: La grande guerra




Il 25 febbraio di 10 anni moriva a Roma Alberto Sordi : una folla impressionante si mise in fila per rendergli omaggio nella camera ardente in Campidoglio e oltre 250mila persone si assieparono in piazza San Giovanni in Laterano per seguire i funerali del grande attore.

Albertone era nato il 15 giugno 1920 a Roma nel cuore di Trastevere e qui era tornato dopo essere stato espulso dall'Accademia dei Filodrammatici di Milano perché si ostinava a pronunciare "guera" anziché "guerra".
Fu il doppiatore ufficiale di Oliver Hardy ma con la sua voce bassa e cavernosa parlarono anche Robert Mitchum e Anthony Quinn (prestò la voce pure a Marcello Mastroianni in "Una domenica d'agosto": misteri e follia del mondo del doppiaggio italiano del dopoguerra!).
All'inizio della sua carriera diventa famoso con la radio, dove nascono alcuni fra i suoi personaggi più famosi come Mario Pio, il signor Dice, il conte Carlo e il "Compagnuccio della parrocchietta".

La grande occasione per Alberto Sordi arrivò grazie a Fellini, che nel 1953 gli cuce addosso il personaggio dello sceicco romanesco ne "Lo sceicco bianco": il primo di una serie di maschere attraverso le quali Sordi racconterà i "mostri" italiani del dopoguerra: falsi, sbruffoni, affabulatori, ghignanti, feroci, patetici, cupi, pavidi.

La grande guerra è uno dei capolavori interpretati da Alberto Sordi, un film del 1959 diretto da Mario Monicelli e interpretato insieme a Vittorio Gassman. Vincitore del Leone d'oro al Festival del Cinema di Venezia ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini e nominato all'Oscar quale miglior pellicola straniera, si aggiudicò inoltre tre David di Donatello e due Nastri d'argento.

Felice connubio di tragedia e commedia, l'opera è un affresco corale, ironico e struggente, della vita di trincea durante la prima guerra mondiale. Le vicissitudini di un gruppo di commilitoni sul fronte italiano nel 1916 sono narrate con un linguaggio neorealista e romantico al tempo stesso.
Memorabile il piano sequenza finale nel quale i due pavidi protagonisti si riscattano con un gesto coraggioso, sacrificandosi l'uno da “eroe spavaldo” e l'altro da “eroe vigliacco”. Quest'ultima figura viene qui concepita in maniera assai originale ed interpretata da un ispirato Alberto Sordi (vincitore del Nastro d'Argento come miglior attore protagonista).

(fonti: www.romatoday.it e Wikipedia)

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