Il nuovo film di Silvio Soldini Il comandante e la cicogna ci fa partecipare agli affanni di un gruppo di personaggi dalle piccole ma intense vite, in una città italiana non identificata e sotto lo sguardo ammonitore - e parlante, un po’ come il crocifisso di don Camillo - delle statue dei nostri grandi italiani: Garibaldi per primo, ma anche Leopardi, Verdi, Leonardo da Vinci. Cui si aggiunge la statuetta di dimensioni più modeste ma dalla parlantina molto arrogante di un emblematico Cavalier Cazzaniga, ultraliberista e per così dire “berlusconiano” che cerca di sminuire l’Eroe dei Due Mondi.
Le statue commentano con rassegnata indignazione e disgusto ciò che dai loro sforzi è uscito fuori. Questi sono i personaggi che osservano giorno per giorno nel loro tribolare:
- Leo (Valerio Mastandrea) è un idraulico che affronta l'impresa di crescere due figli adolescenti, Elia e Maddalena, dividendosi tra il lavoro con l'aiutante cinese Fiorenzo e le incombenze di casa ‐ dove il ricordo della moglie Teresa (Claudia Gerini), stravagante e affettuosa, compare e scompare;
- Diana (Alba Rohrwacher) è un'artista sognatrice e squattrinata che ‐ in attesa della grande occasione della sua vita ‐ fatica a pagare l’affitto;
- suo proprietario di casa è Amanzio (Giuseppe Battiston), originale moralizzatore urbano che ha lasciato il lavoro per un nuovo stile di vita e che in una delle sue crociate conosce Elia, con il quale stringe una stramba amicizia. Leo e Diana s'incontrano da Malaffano (Luca Zingaretti), un avvocato strafottente e truffaldino.
Dopo il poetico romanticismo di Pane e tulipani, Soldini affronta con ironia e leggerezza una tematica amara come la critica alla profonda decadenza dei costumi e della società moderna.
(adattato da La Repubblica)
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