Impara l'arte! 9 - Artemisia Gentileschi


Artemisia Gentileschi è una delle poche rappresentanti femminili della storia dell'arte europea, ma è anche la protagonista di una drammatica e torbida vicenda che potremmo definire "caravaggesca", piena di elementi sentimentali, erotici e fantastici, come se Artemisia fosse l’eroina di un romanzo romantico (e infatti svariati romanzi si sono ispirati alla sua vita).


Artemisia nasce a Roma nel 1593. La chiamavano pittora o pittoressa perché il termine "pittrice" ancora non esisteva. La pittura era un mestiere da maschi, adatto al padre Orazio, celebrato in tutta Europa, allo zio Aurelio Lomi o ad Agostino Tassi il pittore che fu l’autore della violenza subita da Artemisia nemmeno diciottenne.

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Un mondo di maschi quindi in cui la giovane artista riuscì a farsi valere, con il coraggio della denuncia dello stupro in un terribile processo, durante il quale dovette subire però ulteriori violenze fisiche e morali.
Grazie alla sua grande forza d’animo Artemisia ebbe modo di fare conoscere il suo talento, infatti è stata una delle poche donne riuscita in qualche modo a sfuggire a questo rigidissimo sistema sociale: tuttavia, la sua sofferta vicenda privata si è spesso sovrapposta a quella di pittrice generando molte ambiguità.
In questo modo è diventata il simbolo del femminismo e del desiderio di ribellarsi al potere maschile,ma questo fatto le ha reso un grande torto: l'avere spostato l'attenzione (ed averle attribuito un particolare successo) sulla vicenda della violenza e del processo, mettendo in ombra i suoi meriti professionali, ormai ampiamente riconosciuti dalla critica, a partire dal critico Roberto Longhi.

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«Artemisia - scrisse Longhi nel 1916 - è l'unica donna in Italia che abbia mai saputo che cosa sia pittura, e colore, e impasto, e simili essenzialità».
La pittura di Artemisia è forte e vibrante di passione: nei suoi dipinti, tutte le sue donne, persino le figure sacre, sono caratterizzate da robusta virilità e prosperosa femminilità.
Splendide le muscolose Maddalene in equilibrio tra sensualità e ascesi spirituale così come Susanna con i vecchioni.
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Erotica anche la figura di Cleopatra morente in un nudo a grandezza naturale che doveva essere tenuto dietro le tende per la sua impudicizia mentre Giuditta che decapita Oloferne non è turbata dal suo gesto, come nel quadro di Caravaggio da cui questo deriva, ma sicura e feroce nel decollare la Superbia.
Altri quadri rappresentano temi biblici, come Gesù e la samaritana al pozzo o soggetti mitologici, come la Ninfa Corisca e il satiro: Corisca, simbolo della virtù femminile, che scappa dal satiro cornuto, mettendosi dei capelli posticci che l'uomo, mezzo capretto, tira, perdendo l'equilibrio e il tempo per riacciuffarla. L'uomo è beffato, la donna in fuga verso la libertà.

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Artemisia morì a Napoli nel 1653.

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