Jovanotti - Cuore L'altra Italia



Da Lorenzo Jovanotti: 23 maggio 1992 - 2012
“ Il 23 maggio sono 20 anni dalla strage di Capaci. In questi giorni ci saranno memorie, racconti, speciali e tutto quello che è giusto e doveroso. È una data importante. Per quello che riguarda la mia vita considero il 23 maggio 1992 il giorno in cui mi sono accorto di essere legato ad una storia, ad un paese, a una comunità di persone che crede in una cosa fondamentale e non negoziabile: il diritto/dovere di ognuno di vivere in un paese libero dal potere della malavita organizzata. Organizzata in ogni sua forma, dalla più atroce e violenta a quella più strisciante, mascherata, istituzionalizzata e collusa con altri poteri.
Il 23 maggio del 1992 la mia vita è cambiata, anche se ho continuato a fare quello che sognavo di fare da sempre: la musica, lo spettacolo, i concerti e le canzoni. È cambiata perché in tutto quello che ho fatto da quel giorno, anche nelle cose più leggere, anzi spesso soprattutto nelle cose più leggere, ho tenuto conto della possibilità che attraverso il mio lavoro io potessi testimoniare l’appartenenza ad un popolo di uomini liberi, che non piegano la testa di fronte al prepotente di turno, che non sono disposti ad accettare l’esistenza di un sistema che violenta le persone.
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Ascolta le parole della canzone Cuore - L'altra Italia:

Migliaia di ragazzi in piazza a Palermo
un saluto alla bara del giudice Falcone,
hanno bisogno di una risposta.
Hanno bisogno di protezione.
I ragazzi son stanchi dei boss al potere;
i ragazzi non possono stare a vedere,
la terra sulla quale crescerà il loro frutto bruciato
ed ad ogni loro ideale distrutto.
I ragazzi denunciano chiunque acconsenta
col proprio silenzio un'azione violenta.
I ragazzi son stanchi e sono nervosi,
in nome di Dio a fanculo i mafiosi.
I ragazzi denunciano chi guida lo stato
per non essersi mai abbastanza impegnato,
a creare una via per chi vuole operare,
senza esser costretto per forza a rubare,
per creare una via per gli uomini onesti,
per dare ai bambini valori robusti
che non crollino appena si arriva ai 18,
accorgendosi che questo mondo è corrotto.
I ragazzi non credono ad una parola
di quello che oggi c'insegna la scuola.
I ragazzi diffidano di ogni proposta
non stanno cercando nessuna risposta,
ma fatti, giustizia, rigore morale
da parte di chi calza questo stivale.
I ragazzi hanno il tempo che li tiene in ostaggio,
ma da oggi han deciso di farsi coraggio
perché non ci sia un'altra strage di maggio,
per uscire ci vuole cultura e coraggio
cultura di pace, coraggio di guerra,
il coraggio di vivere su questa terra
e di vincere qui questa nostra battaglia,
perché quando nel mondo si parli d'Italia
non si dica soltanto la mafia, i mafiosi,
perché oggi è per questo che siamo famosi,
ma l'Italia è anche un'altra,
la gente lo grida:
i ragazzi son pronti per vincere la sfida.

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