Caruso è una canzone di Lucio Dalla, il cantautore bolognese recentemente scomparso, incisa nel 1986.
Lucio Dalla era un grande amante delle barche e delle regate.
Il titolo della canzone si riferisce a Enrico Caruso (Napoli 1873 – 1921) uno dei più grandi tenori di tutti i tempi.
Durante un'intervista Dalla ha raccontato il significato del testo di Caruso: il cantautore si trovò costretto, in seguito ad un guasto alla propria imbarcazione, a soggiornare in un albergo a Sorrento, vicino a Napoli, proprio nella stessa stanza che anni prima aveva ospitato Enrico Caruso poco prima della morte. Qui i proprietari dell'albergo gli raccontarono degli ultimi giorni della vita del tenore e della sua passione per una giovane a cui dava lezioni di canto. Da quei racconti Lucio Dalla ebbe l'ispirazione per scrivere il brano.
La versione originale è contenuta nell'album DallAmeriCaruso. Il ritornello deve molto, sia per il testo sia per la musica, alla canzone tradizionale napoletana ed in particolare a Dicintencello vuje del 1930.
Ascolta la canzone e cerca di capire il testo anche se alcune parti sono il dialetto napoletano:
Qui dove il mare luccica e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento
un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto.
Te voglio bene assaje,
ma tanto, tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint'e vene, sai.
Vide le luci in mezzo al mare
pensò alle notti là in America
ma erano solo le lampare e la bianca scia di un'elica.
Sentì il dolore nella musica, si alzò dal pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte.
Guardò negli occhi la ragazza, quegli occhi verdi come il mare
poi all'improvviso uscì una lacrima e lui credette di affogare.
Te voglio bene assaje,
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint'e vene, sai.
Potenza della lirica dove ogni dramma è un falso
che con un po' di trucco e con la mimica puoi diventare un altro
ma due occhi che ti guardano, così vicini e veri
ti fan scordare le parole, confondono i pensieri.
Così diventa tutto piccolo, anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita come la scia di un'elica.
Ma sì, è la vita che finisce ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva già felice e ricominciò il suo canto.
Te voglio bene assaje
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint'e vene, sai.
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento
un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto.
Te voglio bene assaje,
ma tanto, tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint'e vene, sai.
Vide le luci in mezzo al mare
pensò alle notti là in America
ma erano solo le lampare e la bianca scia di un'elica.
Sentì il dolore nella musica, si alzò dal pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte.
Guardò negli occhi la ragazza, quegli occhi verdi come il mare
poi all'improvviso uscì una lacrima e lui credette di affogare.
Te voglio bene assaje,
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint'e vene, sai.
Potenza della lirica dove ogni dramma è un falso
che con un po' di trucco e con la mimica puoi diventare un altro
ma due occhi che ti guardano, così vicini e veri
ti fan scordare le parole, confondono i pensieri.
Così diventa tutto piccolo, anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita come la scia di un'elica.
Ma sì, è la vita che finisce ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva già felice e ricominciò il suo canto.
Te voglio bene assaje
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint'e vene, sai.
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