Parliamo allora oggi di uno dei più celebri pittori italiani di
tutti i tempi, uno dei più amati nel mondo, per la grande passione che esprimeva
nei suoi dipinti, che combinano un’analisi dello stato umano, sia fisico che
emotivo, con un drammatico uso della luce : Michelangelo Merisi, detto il
Caravaggio.
Il
suo stile pittorico si può notare, direttamente o indirettamente nei lavori di molti
altri pittori come Rubens, Bernini o Rembrandt e in generale negli artisti
appartenenti al gruppo definito come i “caravaggisti” che più di ogni altri ne
furono influenzati.
Michelangelo Merisi, detto Caravaggio dal nome di un piccolo centro della Bergamasca da cui aveva
origine la sua famiglia, nacque a Milano nel 1571.
A vent'anni si trasferì a Roma, in
alcune botteghe di pittura che però gli affidavano solo l'esecuzione di quadri
di genere, rappresentanti fiori o frutta, genere disprezzato dagli accademici
del tempo perché ritenuti soggetti inferiori rispetto a dipinti in cui venivano
rappresentate figure umane. Egli inventò allora un suo particolare repertorio
dipingendo giovani presi dalla strada, messi in posa, accompagnati da cesti di
frutta, calici e oggetti di vetro.
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Tra i primi dipinti dell'artista c'è
infatti il famoso Bacchino malato, oggi alla galleria Borghese di Roma, dipinto
nel 1591 circa, che è considerato un autoritratto eseguito nel periodo in cui
fu ricoverato in ospedale per malaria; inoltre, del primo periodo della sua
attività sono: il Ragazzo morso da un ramarro, il Giovane con cesto di frutta e Bacco, agli Uffizi di Firenze.
Rivelò presto la sua predilezione
per soggetti popolareschi e musicali nei dipinti come I
bari, La buona ventura, Il suonatore di liuto. Esemplare è il
Canestro di frutta, oggi a Milano
alla Pinacoteca Ambrosiana, in cui rappresenta gli oggetti così come sono in
realtà: la foglia secca, la mela bacata, senza cercare di abbellire la natura ,
ma rappresentandola così com'è.
In seguito passò sotto la protezione
del cardinal Francesco Maria Del Monte che lo introdusse in un ambiente
culturale molto più stimolante. Eseguì infatti in questo periodo Testa di
Medusa, San Giovanni Battista, Giuditta e Oloferne.
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La sua maturazione verso uno stile personale è evidente soprattutto nei dipinti seguenti, per esempio il Martirio di San Matteo in cui ha inizio la poetica caravaggesca del rapporto luce-ombra che poi si svilupperà nelle opere successive.
Nel dipinto rappresentante la Vocazione di San Matteo il racconto è
immerso nella realtà del tempo, con personaggi con abiti moderni. La luce è
l'elemento caratterizzante l'intera opera. È una luce soffusa che entra da una
finestra fuori scena sulla sinistra illuminando il braccio del Cristo che
emerge dall'ombra sulla destra.
In seguito Caravaggio ricevette la
commissioni per altri due dipinti per la cappella di Santa Maria del Popolo: la
Crocifissione di San Pietro e la
Conversione di San Paolo: ancora una volta il pittore interpretò i due
avvenimenti sacri come fatti semplicemente umani eliminando ogni richiamo a
schemi religiosi prefissati.
Altre opere importanti sono dedicate
alla Vergine, che nei quadri di Caravaggio assumeva le fattezze di ragazze del
popolo: la Madonna dei pellegrini e
la Madonna dei Palafrenieri e la Morte
della Vergine per Santa Maria della Scala in Trastevere, che fu rifiutata
dai committenti per ragioni di decoro (oggi infatti il dipinto si trova al
museo del Louvre.)
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Tra il 1606 e il 1607 Caravaggio visse
nella città di Napoli, dove si conservano alcune sue importanti opere come la tela con Le
sette opere di Misericordia e La
flagellazione di Cristo, conservata al museo di Capodimonte.
Nel 1608 Il pittore si recò a Malta
dove venne nominato cavaliere: il gesto rappresentò una riabilitazione per la
vita sregolata dell'artista che dovette fuggire da Roma dopo aver ucciso un
uomo durante una rissa. Qui eseguì quella che è la sua tela più vasta: la Decollazione
del Battista. La scena è piuttosto spoglia, rappresenta un ambiente
squallido, con colori spenti.
Dopo essere stato espulso
dall'ordine dei cavalieri di Malta fuggì a Siracusa e nel 1609 fu di nuovo a
Napoli dove viene ferito gravemente: qui eseguì opere di grande provocazione come
Davide con la testa di Golia (nel ritratto di Golia morto si riconoscono
le fattezze dello stesso pittore, come in un macabro autoritratto) e Salomè con la testa di Battista.
Nel 1610, sulla spiaggia di
Port'Ercole, dove era in attesa di rientrare a Roma per ricevere la grazia, venne
arrestato e incarcerato per 2 giorni, perché scambiato per qualcun'altro,
perdendo così tutti i suoi averi. Due giorni dopo sulla stessa spiaggia,
cercando di recuperare le sue cose, morì di " febbre maligna”.
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Era il 18 luglio del 1610, Caravaggio non
aveva ancora 39 anni: pochi giorni dopo sarebbe arrivata la grazia con il
permesso di ritornare a Roma.
Leggendo il testo, prova ad
assegnare un nome a queste opere di Caravaggio.
Sembra che Caravaggio non sia morto a Porto Ercole per cause naturali, ma fu assassinato a Palo, nei pressi di Civitavecchia, in seguito a una congiura dei Cavalieri di Malta.
RispondiEliminaÈ vero! Queste sono le ultime notizie:
RispondiElimina4 maggio 2012 (Adnkronos) - Caravaggio non è morto il 18 luglio 1610. Non solo. La sua morte non fu mai trascritta sul Liber mortuorum e non per un errore ma per un preciso intendimento.
A tingere di giallo la storia della morte di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio sono le ricerche sempre più stringenti e interessanti del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali iniziate da qualche mese sulla individuazione dei luoghi e dei resti mortali di Caravaggio, che si concluderanno alla fine di questo mese con altre rivelazioni inedite.
Secondo Silvano Vinceti, presidente del Comitato nazionale valorizzazione dei beni storico culturali e ambientali, "Jacomo Di Ventura, il parroco della comunità di Porto Ercole, non trascrive la morte di Caravaggio solo perché nessuno gli denunciò la morte del pittore. A Port'Ercole nessuno venne a conoscenza della morte di quel forestiero, salvo un ristrettissimo numero di persone''….
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http://www.adnkronos.com/IGN/Mediacenter/Video_News/Caravaggio-giallo-sulla-morte-il-suo-decesso-non-fu-mai-trascritto-VIDEO_341002448.html