Enrico Caruso canta “Mattinata” di Ruggero Leoncavallo (Napoli 1857 - 1919) accompagnato dalla Vienna Radio Symphony Orchestra in una registrazione del 1904.
Ecco il testo di questo brano:
L'aurora di bianco vestita
Già l'uscio dischiude al gran sol;
Di già con le rosee sue dita
Carezza de' fiori lo stuol!
Commosso da un fremito arcano
Intorno il creato già par;
E tu non ti desti, ed invano
Mi sto qui dolente a cantar.
Metti anche tu la veste bianca
E schiudi l'uscio al tuo cantor!
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l'amor.
Commosso da un fremito arcano
Intorno il creato già par;
E tu non ti desti, ed invano
Mi sto qui dolente a cantar.
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l'amor.
Già l'uscio dischiude al gran sol;
Di già con le rosee sue dita
Carezza de' fiori lo stuol!
Commosso da un fremito arcano
Intorno il creato già par;
E tu non ti desti, ed invano
Mi sto qui dolente a cantar.
Metti anche tu la veste bianca
E schiudi l'uscio al tuo cantor!
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l'amor.
Commosso da un fremito arcano
Intorno il creato già par;
E tu non ti desti, ed invano
Mi sto qui dolente a cantar.
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l'amor.
Nella sua breve vita Caruso ebbe molti successi ma anche molti dolori, professionali e sentimentali.
Uno in particolare segnò per sempre la sua carriera: nel 1901 dopo un insuccesso al S. Carlo di Napoli, nella rappresentazione dell’Elisir d’Amore, per la delusione giurò che non avrebbe più cantato nella sua città natale e si trasferì negli Stati Uniti, a New York.
Dal 1902 cominciò ad incidere dischi e continuò fino al 1920. Caruso rese celebri così all’estero molte canzoni napoletane, tra le quali: Torna a Surriento, Maria Marì, Marechiaro, O sole mio.
Le migliori interpretazioni le realizzò per le opere: Pagliacci, L'Elisir d'amore, Aida, Carmen.
Mantenne il giuramento di non cantare più a Napoli, ma vi ritornava spesso, perché richiamato dalla nostalgia del suo paese e della sua città natale.
Nel dicembre 1920, fu costretto ad abbandonare la sua attività a causa di una grave malattia polmonare che gli procurava molte sofferenze. Nel giugno del 1921, si trasferì in Italia, a Sorrento.
Ma si aggravò e fu trasportato a Napoli, in una stanza dell’Hotel Vesuvio, per cercare di salvarlo. Fu tutto inutile: nella mattina del 2 agosto 1921, a soli 48 anni, morì nella stanza dell’Hotel, in quella stessa Napoli in cui era nato.
Fu seppellito, sempre a Napoli, secondo la sua estrema volontà, in una cappella del Cimitero del Pianto: a poca distanza si trova la tomba di un altro grande napoletano, Antonio de Curtis conosciuto come Totò.
Enrico Caruso, insieme ad Anna Magnani, Renata Tebaldi (celebre soprano), Sophia Loren, Andrea Bocelli e Arturo Toscanini sono gli italiani ad avere una stella nella Hollywood Walk of Fame, la famosa strada di Hollywood dove sono incastonate oltre 2000 stelle a cinque punte che recano i nomi di celebrità onorate per il loro contributo allo star system e all'industria dello spettacolo.
RispondiEliminaNella Hollywood Walk of Fame ci dovrebbero essere anche Beniamino Gigli, Mario Lanza e Rodolfo Valentino... ma non Federico Fellini (incredibile!)
RispondiEliminaEvidentemente gli americani ci apprezzano più per la musica che per il cinema.
Però forse c'è Bernardo Bertolucci... piccola consolazione ;-)
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