Bravo chi legge! - proposta di lettura 14 - Andrea Camilleri

Conoscete i gialli del Commissario Montalbano?
È possibile proporre ad uno studente straniero un libro di Andrea Camilleri, autore dei famosi gialli del commissario di Vigata?

La lingua usata dallo scrittore, nato a Porto Empedocle, Agrigento, nel 1925, è sicuramente piena di termini in dialetto siciliano, di non facile comprensione, ma i suoi libri sono affascinanti e la lettura molto coinvolgente.


All’inizio l’autore vanta una lunga carriera di sceneggiatore e regista di teatro, nonché autore teatrale e televisivo.

Ma è dal 1994, dall'uscita del romanzo La forma dell'acqua, che inizia il suo grande successo editoriale.
Due sono i filoni della produzione narrativa di Camilleri: i romanzi polizieschi (che hanno come protagonista il commissario Salvo Montalbano) e i romanzi storici (ambientati sempre in Sicilia), ma in entrambi i casi la trama coinvolge sempre in qualche maniera la ricerca di una soluzione, o della spiegazione di uno o più omicidi, sparizioni, stragi, insomma… morti.

Camilleri si è anche cimentato con una biografia "inventata" di Luigi Pirandello, Il figlio cambiato (Rizzoli, 2000) e nel 2009 ha pubblicato un altro romanzo “pirandelliano”, La tripla vita di Michele Sparacino.
Di particolare interesse anche la serie di romanzi dedicata ai grandi pittori, nel 2007 Il colore del sole (su Caravaggio), nel 2008 La Vuccirìa (su Guttuso) e nel 2009 Il cielo rubato (su Renoir).

Sono stati trasmessi vari sceneggiati televisivi basati sui romanzi polizieschi del commissario Salvo Montalbano di Camilleri, che hanno riscosso un grande successo del pubblico televisivo.
Fino ad oggi Camilleri ha venduto più di 10 milioni di copie.






La definizione che è stata data alla particolare lingua usata da Camilleri abbraccia espressioni quali "ibrido", "miscuglio", "italiano sporco", "miscela di italiano e dialetto". È indiscutibile che la base linguistica di tutti i romanzi di Camilleri sia l'italiano neostandard (la lingua italiana di uso“moderno”, definita da Berruto nel 1987).

Ma Camilleri fa molta attenzione all’uso del dialetto o delle altre particolarità della lingua, infatti nei sui romanzi vengono espressi giudizi su diverse varietà linguistiche,per es., il personaggio di Catarella chiama il suo linguaggio maccheronico taliano (Il cane di terracotta,p. 25); il questore dice che la lingua di Montalbano è un italiano bastardo (ibidem, p. 54), Livia, la fidanzata, non vuole che Montalbano parli in siciliano (ibidem, 227).

Questo linguaggio si trova ad esempio nel discorso diretto dei vari personaggi (sia delinquenti mafiosi, sia rappresentanti delle forze dell'ordine).



Prova a leggere questo breve discorso e poi leggi la trascrizione in italiano:

“Eh no, duttureddru, non è la stessa cosa, mi meraviglio di lei che sapi leggiri e scriviri, le parole non sono uguali. Io mi faccio arrestare, non mi costituisco. Si pigliassi la giacchetta che ne parliamo dintra, io intanto rapro la porta. (Il cane di terracotta,p. 20)”

“Eh no, dottorino, non è la stessa cosa, mi meraviglio di lei che sa leggere e scrivere, le parole non sono uguali. Io mi faccio arrestare, non mi costituisco. Pigli pure la giacchetta ché ne parliamo dentro, io intanto apro la porta”.

C'è un personaggio molto simpatico nei gialli con Montalbano, che si esprime in una lingua che si può definire maccheronica, un miscuglio di italiano burocratico e formale, italiano popolare, e dialetto. Questo tipo di lingua crea incomprensioni e situazioni altamente comiche. Il personaggio è Catarella, assunto nel Commissariato perché lontano parente di un ex-onnipotente onorevole.




Leggi il dialogo fra il commissario e Catarella ed evidenzia le espressioni non in italiano, poi cerca di “tradurre” o almeno di comprendere il senso dello scambio di battute fra i due protagonisti (livello C2)

Un giorno a Montalbano Catarella si era presentato con la faccia di circostanzia.
- Dottori, lei puta caso mi saprebbi fare la nominata di un medico di quelli che sono specialisti? -
- Specialista di cosa, Catare’? -
- Di malattia venerea. -
Montalbano aveva spalancato la bocca per lo stupore.
- Tu?! Una malattia venerea? E quando te la pigliasti? -
- Io m'arricordo che questa malattia mi venne quando ero ancora nico, non avevo manco sei o sette anni. -
- Ma che minchia mi vai contando, Catarè? Sei sicuro si tratta di una malattia venerea? -
- Sicurissimo, dottori. Va e viene, va e viene. Venerea.-
(Il cane di terracotta, p. 25-26)


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