Grande ritorno, dopo qualche anno di assenza dalla competizione ufficiale, del cinema italiano alla 62° edizione del Festival di Berlino: i fratelli Paolo e Vittorio Taviani vincono l’Orso d’oro con il film “Cesare deve morire”.
I Taviani sono autentici decani della settima arte nostrana e già vincitori di una Palma d’Oro a Cannes nel lontano 1978 con l’indimenticabile “Padre padrone”.
L’Orso d’oro, che non veniva assegnato a un nostro autore dal 1991 ("La casa del sorriso" di Marco Ferreri), ha giustamente riconosciuto il valore di una pellicola di consapevolezza civile estremamente emozionante girata interamente a Rebibbia.
I protagonisti sono i detenuti del carcere romano, di cui alcuni marchiati dal "fine pena mai", che devono mettere in scena la tragedia "Giulio Cesare" di William Shakespeare. Le parole del poeta inglese vengono però personalizzate e interiorizzate da ognuno dei reclusi (che le recitano nel loro dialetto).
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