Quali sono i libri da consigliare a chi studia la nostra lingua e vuole conoscere la cultura italiana?
Oggi facciamo un tuffo... nell’ironia e vi presentiamo Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria, di Michela Murgia,
un romanzo autobiografico scritto in forma di diario.
un romanzo autobiografico scritto in forma di diario.
Era nato originalmente sotto forma di blog con i post inseriti dall'autrice quando lavorava in un call center di una nota multinazionale americana.
Michela Murgia è nata a Cabras, Oristano, in Sardegna, nel 1972. Dopo gli studi teologici è stata webmaster, manager, operatrice in un call center. Questo è il suo primo romanzo, mentre nel 2010 ha vinto il premio Campiello con Accabadora (edito da Einaudi).
La protagonista del racconto Il mondo deve sapere è una ragazza che viene assunta in un call-center come telefonista; il suo compito è quello di vendere, attraverso tecniche di vendita invasive, un aspirapolvere costosissimo. È quindi un argomento molto attuale, raccontato con un’ironia davvero unica.
Le stravaganti tecniche motivazionali, il mobbing nei confronti dei dipendenti, le assurdità raccontate alle casalinghe al telefono e le reazioni delle stesse, le figure dei colleghi e dei capi vengono annotate e classificate, utilizzando un linguaggio colloquiale e uno stile sarcastico.
Dal libro è stata tratta la sceneggiatura di un film, scritta da Paolo Virzì, alla cui stesura ha partecipato la stessa Murgia: Tutta la vita davanti.
Scheda didattica (livello B1)
Questa è la sinossi del libro : scegli la parola giusta fra le 3 proposte
Questo libro è il TACCUINO / DIARIO / GIORNALE in presa diretta di un mese vissuto nell' INFERNO / PARADISO / PURGATORIO del telemarketing.
Per trenta interminabili giorni, l'autrice ha COSTRUITO / RIPARATO / VENDUTO al telefono aspirapolveri a migliaia di DOMESTICHE / CASALINGHE / IMPRENDITRICI per conto della Kirby, una grande multinazionale americana.
Intanto scriveva, soffriva e imparava in prima SITUAZIONE / PIANO / PERSONA le tecniche di condizionamento e le riunioni motivazionali, le premiazioni e le umiliazioni pubbliche, orari, salari e punizioni AZIENDALI / TOTALI / BANALI.
"Il mondo deve sapere" racconta la precarietà, riuscendo miracolosamente a fare ridere. Fino alle PAROLE / LACRIME/ RISATE.
Michela Murgia è anche una blogger: leggi questa sua intervista su http://blog.altervista.org/it
Abbiamo chiesto a Michela Murgia - scrittrice: il suo ultimo libro è Ave Mary e con Accabadora ha vinto il Premio Campiello 2010, di raccontarci il suo sito personale.
Partendo dal primo blog che ha aperto, nel 2006.
Come era il tuo primo blog, da che esigenza partiva?
«Dall’urlo contro le cose che non potevo cambiare. Mi sembrava che le parole potessero aiutarmi a fare almeno una piccola differenza per me, facendo diventare tangibile un mondo che nessuno sapeva che esistesse, quello dei call center, e nessuno voleva in fondo credere che ci fosse».
Come è diventato un libro Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria e poi un film Tutta la vita davanti?
«Questo resta un mistero. Un editore mi contattò per pubblicarlo e io ci credevo così poco che ci ho messo un mese ad accettare. Chi poteva prevedere che ne sarebbe venuto fuori tutto questo? Il film è stato un tassello ulteriore, ma ancora non mi capacito di come queste cose mi siano arrivate in mano senza che neanche le cercassi. Internet ti cambia la vita per il solo fatto di esistere, a volte non serve nemmeno fare molto di più».
Il blog ti èservito come palestra di scrittura? Per l’allenamento quotidiano, il riscontro immediato con i lettori?
«Non mi è servito come palestra di scrittura, ma sicuramente come luogo di consapevolezza e come laboratorio dove sperimentare l’orizzontalità dei flussi di comunicazione, una cosa che da scrittore, relazionandomi solo con la mia pagina, non ho più modo di vivere. Scrivere quelle cose nel blog le ha trasformate, attraverso la condivisione e lo scambio, in un fatto di tutti, da cui nessuno poteva sentirsi escluso».
E ora come usi il tuo sito?
«Come archivio, cartellone pubblicitario, sfogatoio… continuo ad avere con il sito un rapporto di casualità e di necessarietà. A volte non lo aggiorno per una settimana, a volte scrivo tre post in un giorno. Molti mi chiedono dove trovo il tempo, ma la verità è che oggi non saprei più vivere senza uno spazio mio dove dire quello che penso, senza l’incubo del numero di battute,dell’opportunità, del registro colto o chissà che altro».
Cosa ti interessa sul web ?
«I siti d’opinione ben fatti, le analisi politiche, la fruibilità dei reportage che non ho il tempo di andarmi a cercare in edicola».
E cosa ti annoia invece?
«Il rimasticato, lo scambio di informazioni già note, il mainstream nel senso più deleterio. Parlare del già detto è una pratica televisiva».
Per maggiori informazioni sull’autrice: http://www.michelamurgia.com
Nessun commento:
Posta un commento