In occasione della prossima Giornata della memoria,
ricorrenza internazionale celebrata ogni anno il 27 gennaio in commemorazione delle vittime dell'Olocausto (in questo giorno si celebra la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa), vorremmo parlare di un libro importantissimo della letteratura italiana, terribile per la sua storia, ma allo stesso tempo toccante e poetico:
ricorrenza internazionale celebrata ogni anno il 27 gennaio in commemorazione delle vittime dell'Olocausto (in questo giorno si celebra la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa), vorremmo parlare di un libro importantissimo della letteratura italiana, terribile per la sua storia, ma allo stesso tempo toccante e poetico:

Se questo è un
uomo è il romanzo
autobiografico di Primo Michele Levi
(Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987), scrittore, partigiano e
chimico italiano, autore di racconti, memorie, poesie e romanzi.
Nel 1943 Primo Levi venne deportato nel campo di concentramento/sterminio di Auschwitz, dove rimase fino alla
liberazione avvenuta appunto il 27 gennaio 1945.
I suoi romanzi, “Se questo è un
uomo”, "La tregua"
e "I sommersi e i salvati",
raccontano le sue esperienze nel lager nazista e il suo difficile reinserimento
nella vita del dopoguerra; sono stati tradotti in molte lingue e sono
considerati classici della letteratura mondiale.
In
particolare, il più famoso dei suoi libri, Se questo è un uomo ,
fu scritto tra il dicembre 1945 e il gennaio 1947 e riporta la testimonianza di
quanto fu vissuto in prima persona dall'autore nel campo di concentramento di Auschwitz, al quale Levi riuscì
miracolosamente a sopravvivere.
Dopo un lungo viaggio, Levi arriva al campo, viene spogliato di
tutti i suoi averi, i suoi capelli vengono rasati e per essere riconosciuto i
nazisti gli tatuano sul braccio il numero 174 517: da quel momento egli perde
ogni suo diritto e inizia a lavorare come uno schiavo.
Levi diceva che il libro era nato fin dai giorni di lager per
il bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi
ed è scritto per soddisfare questa necessità.
Il
manoscritto fu inizialmente rifiutato e venne pubblicato da una piccola casa
editrice in sole 2.500 copie. Il successo e la notorietà del libro si fecero
attendere fino al 1958, anno in cui il romanzo venne pubblicato da Einaudi.
Il libro si
apre con questa toccante poesia:
Se questo è un
uomo
Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare vuoti gli occhi
e freddo il
grembo come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
E vogliamo concludere con un’altra poesia, Prima vennero…,
attribuita al pastore tedesco Martin Niemoller, sull'inattività
degli intellettuali tedeschi in seguito all'ascesa al potere dei nazisti e alle
purghe dei loro obiettivi, gruppo dopo gruppo:
Prima vennero
a prender gli Zingari
e fui
contento, poiché rubacchiavano.
Poi vennero a
prendere gli Ebrei
e stetti
zitto, poiché mi stavano antipatici.
Poi vennero a
prender gli Omosessuali
e fui
sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a
prender i Comunisti
e io non dissi
niente, perché non ero comunista.
Un giorno
vennero a prendere me,
e non c'era
rimasto nessuno a protestare.
"La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati."
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